martedì 24 luglio 2012

La storia italiana del XX° secolo in 5 minuti

Il 1° gennaio del 1900 inizia il XX°secolo
Il secolo inizia alla cazzo per gli italiani.
Il 29 Luglio, a Monza (che non è proprio la miglior città in cui morire) Umberto I viene assassinato .
E’ un anarchico a sparare, tale Gaetano Bresci.
Da questo momento la paura della violenza anarchica verrà utilizzata a più non posso, in qualunque luogo o modo.
L’Italia nel 1915 entra in guerra. Non sa con chi e come.
E’ alleata con Germania e Austria.
Ma piccolo particolare, la guerra serve per liberare Trento e Trieste, di dominio austriaco.
La confusione politica italiana era già vera realtà.
Alla fine si cambia alleanza e vinciamo la guerra ma è come se l’avessimo persa
Dopo milionate di morti, a Trento e Trieste sventola il tricolore. A cui si aggiunge Bolzano, italiana come le Maldive, ma non Fiume e la Dalmazia.
D’Annunzio non ci sta e con una combriccola di preti sposati, cocainomani e mignotte, invade Fiume e ci resta per un paio d’anni. Poi quando la droga finisce, i preti hanno le visioni da overdose e le mignotte tutte la sifilide, D’Annunzio capisce che il momento di farsi da parte.
Non prima però di passare il testimone a un suo lui meno culturalmente estetico, più animale e più politico (in questo caso non sono sinonimi). Pelato.
Si trova a San Sepolcro con una manica di avanguardisti reazionar rivoluzionari, neanche loro sanno cosa sono. Urla contro i preti.
Dopo 10 anni il Duce firma i Patti Lateranensi, donando alla chiesa un ruolo socio educativo verso gli italiani, che mai perderà. Un mangia preti da in pasto gli italiani ai preti.
Il duce si esalta nel colonialismo, andando a rompere i coglioni all’unico paese africano a cui non bisognava rompere i coglioni. Perfetto tempismo.
Manda militari a morire in Spagna, e non sapendo cosa fare una domenica pomeriggio, si allea con l’umano più odiato della storia. Iniziano altri casini. Che ci portano nuovamente in guerra.
Combattiamo metà guerra con i tedeschi, e metà guerra contro i tedeschi, come al solito non si capisce un cazzo.
Alla fine perdiamo la guerra, ma facciamo finta di averla vinta.
Dalla guerra escono tre vincitori: La mafia a sud, la chiesa al centro, i partigiani al nord.
Ma non siamo più uno stato, siamo una provincia degli Stati Uniti in Europa.
Gli Yankees si trovano a cena, si guardano tra di loro e in 10 minuti decidono il da farsi. “Fuck the fuckin comunist. Lucky Luciano is a big friend of us. The Pope is nice, he dress so elegant” questi i concetti espressi durante la cena.
Conseguenza : si crea un mega partito di nome Democrazia Cristiana, un alleanza cattolico mafiosa, travestita da grande partito popolare.
Avrà potere di vita o di morte per 45 anni.
I partigiani al nord si riversano nel Partito Comunista. Al potere una spia Stalinista macchiatasi di crimini contro l’umanità durante la guerra civile spagnola. Un gran bel panorama.
"Occhio ai comunisti che mangiano i bambini ed odiano dio" gli italiani si cagano sotto e votano la D.c, la D.c non mangia i bambini ma si mangerà goduriosamente tutto il resto
Arrivano i soldi degli americani e si ricostruisce il paese.
Stato. Chiesa. Industria pubblica gli ingredienti del successo.
I comunisti sperano di prendere il potere, che a utopia sta come pensare di farsi il Pacifico a nuoto con le gambe legate.
Ma vuoi mettere il sano idealismo comunista?
Intanto grazie anche a questo le elezioni di questo paese diventano una scelta tra mafiosi cattolici e comunisti mangia bambini. Morire di inedia o di stenti ? Questo il problema.
Poi tornano sulla scena i nostalgici del pelato. A cui fanno credere di essere importanti per il pericolo mangia bambini. Ma non se li fila nessuno. Però riescono comunque a fare un 200 morti in 10 anni mettendo bombe senza sapere che cazzo stiano facendo. Lo schema è semplicissimo, arriva qualcuno, bisogna far qualche morto, chiama il camerata de sti cazzi, metti la bomba. Nessuno sa niente. Amen
Anche dall'altra parte non si scherza. La stessa a cinque punte entra prepotentemente nella vita sociale del paese. Attentati dimostrativi, gambizzazioni, omicidi. Organizzato il tutto un po' alla cazzo. Ma il coupe de theatre è dietro l'angolo. Riescono a sequestrare ed ammazzare il politico più influente del dopoguerra italiano. La storia assomiglia alla barzelletta dell'Agnelli che ha iniziato con una banana e si è fatto da solo: vende una banana e compra due meloni, vende due meloni e compra tre angurie, vende tre angurie e compra una cassa di arance. Muore il nonno ed eredita la Fiat....
Solo a sud tutto procede per il meglio. Sino all’inizio degli anni ’80 quando un pazzo scatenato della provincia di Palermo, decide che la Mafia non deve più comandare.
Si chiama Toto Riina. Sarà assunto a icona della Mafia. Curioso.
E quindi anche al sud iniziano i casini.
Alla fine degli anni ’80 la situazione è allo sbando.
Comunisti che non sono comunisti perché non esiste più il comunismo, ma non sono mai stati comunisti perché non credevano nel comunismo ?!?!?!?
Cristiani democratici amputati del loro alleato mafioso.
Debito pubblico fuori controllo dopo 10 anni passati a puttane e cocaina.
Intanto è arrivato sulla scena internazionale, Giovanni Paolo II "il papa muratore" tira giù il muro di Berlino, MIRACOLO! ...è opera di dio...(opus dei appunto) ma i soldi li hanno messi altri. Tutto il meglio della società italiana: mafia, banda della magliana, servizi segreti deviati. Così vanno tutti a festeggiare al Mc Donalds. 
Poi arriva Tonino ed arresta alcuni paninari rovinando la festa a tutti.
Tutti a pensare, che bravo sto Tonino che li arresta tutti. Ma le cose sono andate un po' diversamente. Gli americani si ritrovano a cena dopo 40 anni, e anche questa volta alla fine del pasto trovano la soluzione.
"Antipasto:  Hey guys, comunism is gone, thanks to Italian politicians. Primo piatto : But you know what, they are all friends of fuckin muslim. Secondo piatto : We have a problem buddies. Dessert : I guess we can give them all a big kick in their ass"
Sa da rifar tutto.
Ma gli ingredienti son sempre quelli, mafia, poteri forti, chiesa.
Bisogna solo trovare lo chef che li unisca in un sol piatto. Lo trovano vicino a Milano.
In un attimo si allea con i più fedeli patrioti italiani, gente con il tricolore tatuato sul petto, e con un gruppo di psicolabili che credono al Dio Po (che non è l’abbreviazione di una bestemmia) e che si puliscono il culo con il tricolore. Anche in questo caso si noti la coerenza dell'alleanza.
Dall'altra parte, i comunisti (8 in tutto) fondano 16 partiti comunisti diversi e passano le giornate a sputarsi addosso.
Dura poco
E allora spazio agli ex comunisti mai stati comunisti alleati in un confraternita che va dai centri sociali ai sagrati delle chiese. Sempre e comunque coerenza nelle alleanze.
Il 31 dicembre 1999 finisce il XX°secolo.

sabato 21 luglio 2012

Osservazioni sull'universo astratto. O cazzate che dir si voglia

Vivere la vita, porta alla felicità? Alla serenità no di sicuro. Don Abbondio era sereno, prima di trovare i bravi. E la felicità cosa è? Ha a che fare con la serenità? Nel racconto "Era Agosto" dicevo di sì. Definivo la serenità come la porta che conduce alla felicità. Ma che felicità è quella che viene dalla serenità? E' felicità vera? Se guardiamo gli opposti la definizione non può essere veritiera. La non serenità non può portare al dolore. Sempre se si considera il dolore il contrario della felicità. Ho iniziato a capire negli anni, che dolore vero e felicità vera sono tutto sommato due facce della stessa medaglia. Sono emozioni, sensazioni, sentimenti portati all'estremo. Nel bene come nel male. Il dolore può diventare bello. Sveglia esattamente allo stesso modo della felicità. Se provi dolore, che sia fisico, spirituale, emotivo, ti senti vivo. Quasi felice del sentirti vivo. La non serenità no. Pur essendo più comune e meno faticosa, la non serenità è sempre negativa. Uno dell'Opus Dei che usa il cilicio, è felice nel suo dolore fisico. Ma proprio perchè è dolore. Non è che si mette a controllare le fatture dell'associazione per non essere sereno. Certo la felicità è molto meglio. Ma quante volte si raggiunge la felicità nella vita? E soprattutto, la nostra soglia della felicità è uguale? O è una parola che significa tutto e niente in funzione di chi la usa? Per me è uno di quei casi in cui il sostantivo è assolutamente diverso dall'aggettivo. Pensateci bene, dire sono felice, è molto più facile di dire ho raggiunto la felicità. C'è la stessa differenza che intercorre tra lo segnare un gol di testa a Montuzza e vincere la Champion's League. Sono felice è una locuzione che usiamo in continuazione. Ma proveremmo vergogna a dire ho raggiunto la felicità. E anche se lo diciamo, è una situazione così rara nell'esistenza, che diventa difficile da raccontare, spiegare e comunicare. Basetti