giovedì 5 aprile 2012

Romanzo di una Strage

Allora, ieri sono andato a vedere il film di Giordana, con le peggiori intenzioni possibili. Nel senso che già mi aspettavo una mezza minchiata. Devo dire che il film, pur non avendomi colpito particolarmente, è comunque meglio di quello che mi aspettassi. Con però alcuni problemi di fondo che secondo me sono abbastanza comuni nel racconto dei personaggi e degli avvenimenti di quegli anni da parte di gran parte degli osservatori.
La cosa che più mi ha colpito negativamente è il voler sempre trasformare in bianco o nero una cosa che più grigia non si può. Questo avviene soprattutto nella descrizione dei personaggi.
Vedere raffigurati sullo schermo Moro e Calabresi, come due novelle Madre Teresa di Calcutta, fa un po' ridere. Non si capisce perchè due personaggi per lo meno controversi della nostra storia recente, vengano dipinti come eroi e martiri al di sopra di ogni sospetto. Soprattutto nel caso di Moro, il racconto della sua figura prende quasi la forma del ridicolo. Io capisco che l'abitudine a tutto ciò che abbiamo avuto in dono dalla nostra politica successivamente, porti a mitizzare la sua figura, ma mi chiedo è realistico e logico pensare, che l'uomo politico forse più importante della Democrazia Cristiana per i due decenni più bui della nostra storia ('60-'70), fosse un angioletto mandato da Dio a salvare il nostro paese? Unico barlume di moralità in un'accozzaglia di banditi? La risposta è no. Non è possibile.
Idem con Calabresi. Unico uomo al mondo dipinto, da una grossa parte d'Italia, prima come feroce assassino e successivamente beatificato come neanche Padre Pio? Le vie di mezzo non esistono? Forse era solo un commissario di polizia dell'ufficio politico, che cercava di fare il suo lavoro, come lo si faceva in quegli anni, in cui probabilmente una manganellata, uno schiaffone, un po' di botte erano all'ordine del giorno. Nel film, l'interrogatorio a Pinelli, sembra quasi il dialogo tra due suore di clausura, ad un certo punto mi aspettavo l'offerta di the e pasticcini. O i più italiani tarallucci e vino.
Gli attori del film sono bravi, soprattutto quelli secondari. Omero Antonutti nella parte di Saragat e Giorgio Colangeli nella parte del mitico Umberto Federico D'Amato sono bravissimi. Non capisco la scelta di Favino nella parte di Pinelli.
Il film ha comunque un pregio che è anche il suo difetto. Racconta tutto ciò che ormai si sa, evitando particolari elucubrazioni mentali su quello che non è ben definito. La teoria del film è secondo me abbastanza giusta, e si riassume, forse in modo un po' troppo rapido, nel dialogo onirico finale tra l'Umby e il commissario Calabresi. Non so quanto di vero ci sia nella teoria della doppia bomba, Sofri in questi giorni l'ha smantellata punto su punto. Ma è il significato della doppia bomba che dal mio punto di vista è coretto, cioè che quel giorno in Piazza Fontana, ci fosse una lobby che volesse fare il botto, e una lobby che volesse fare una strage. Questo è palesemente fattibile anche solo con lo spostamento del timer della bomba. Quello che il film e gran parte dei libri scritti sull'argomento non dicono, è quali fossero queste due lobby e da cosa fossero spinte.
Avendo letto molto sull'argomento ho notato che le interpretazioni su tutto quello che si riassume in strategia della tensione, abbiano preso negli ultimi 10 anni una visione d'insieme più fine e più storica. Il concetto di base è che probabilmente dovremmo smettere di vedere quegli anni solo ed esclusivamente come una guerra Est Ovest, Nato vs CCCP, Comunismo anti comunismo, ma vederla in maniera più integrata alla geografia dell'Italia. Ovvero di una penisola in mezzo al Mare Mediterraneo, e quindi con un ruolo geopolitico che non è solo quello di confine ad est o di aver avuto il più grande partito comunista del mondo occidentale. Giovanni Pellegrino (per anni presidente della Comissione stragi in parlamento) in un suo libro, faceva notare che l'avvenimento storico più vicino a Piazza Fontana fosse stato il colpo di stato in Libia di Ghedaffi, in cui le responsabilità dei nostri servizi furono di primissimo piano. Questo portò ad un estromissione definitiva dal mediterraneo degli inglesi e dei loro interessi sull'area. Quindi gli inglesi erano incazzati con noi, tanto quanto (per lo stesso motivo: Ghedaffi), i francesi all'alba di Ustica. Attenzione, non sto dicendo che così devono essere andate le cose, sto solo cercando di spiegare come nel momento in cui si capisce che in Italia fosse presente una manovalanza nera e fascista, pronta a macchiarsi di delitti terrificanti, i motivi per cui questa manovalanza fosse usata, potevano essere i più diversi, indipendentemente da quello che potesse pensare la manovalanza stessa. A cui, come si capisce anche dal film, vennero fatte promesse mai mantenute, su di uno spostamento in senso autoritario del nostro stato.
Questo manovalanza violenta, fossero fascisti (Ordine nuovo e Avanguardia nazionale) comunisti (Brigate rosse e Prima linea) criminali (Banda della Magliana) è stata usata in questo paese per anni, per fini ed interessi diversi, senza che gli stessi sapessero cosa stavano veramente facendo, anzi in alcuni casi presumo addirittura pensassero di fare qualcosa di completamente diverso dalle strategie a monte. Concludo dicendo che l'unica vera forza criminale di questo paese entrata nella stanza dei bottoni in giacca e cravatta e non solo con la pistola in mano è sicuramente stata la Mafia. Ed il motivo è uno solo, che avevano già vinto la guerra, ed era una guerra importante: La seconda guerra mondiale