martedì 17 luglio 2007

IMMORTALE

Alla fine penso che questa poesia sia l'unico vero capolovaro che abbia mai scritto.
L'unica che rimarrà ai posteri come chiaro esempio di letteratura post atomica, con la caratteristica, come tutta la grande letteratura, di aver anticipato i tempi.
Buona lettura

Sborra fuoriuscente dal retto di una scrofa senza peli sulla lingua ma solo sul petto.
Ruminante atavica dal sapore mestruale
Figa che puzza di scarpena in putrefazione
Vomitante androide dalla grande vagina slargata da corna di bisonte inferocito colpito in pieno dal revolver di cristo cazzo di dio bestia

Perdente nella sua selvaggia modestia di feccia scalpitante,
vincente di rotoli di sperma nera come il petrolio di Saddam
e limpida nel suo amore per l'infinitamente lurido e sporco.
Scimmiescamente uccelli trasbordano fogne e pantegane

Pericolosi pruriti di pustole di peste accolgon lor signori alla tavola imbandita
di cazzi pelosi come gli orsi che fecondano mutanti dalle forme religiose,
croci infiammabili di nafta usata e carbone grigio come la clitoride di una prostituta di strada. Coltelli affilati di robba a chiazze che non permettono di esaudire i nostri sogni di promiscuita. Ingenerosamente schifida e gretta memoria, di luridi ominidi smerdati da flotte di barchini usati per la scoperta di mitili fondali di stupranti alghe indemoniate

lunedì 16 luglio 2007

LICEITA' DELLA MASTURBAZIONE NEL PRELIEVO DEL SEME

Da: http://www.zenit.org/article-11294?l=italian

La diagnosi della fertilità maschile attraverso l'analisi del seme non è per sé immorale. Nessun esame diagnostico è infatti sbagliato in quanto diagnostico; semmai può esserlo per le motivazioni con cui viene richiesto - es. l'aborto eugenetico -, o per i rischi connessi.
Occorre tuttavia che il metodo di prelievo sia morale, e perciò che sia evitata la masturbazione. La masturbazione è infatti un grave male morale, in quanto scolla radicalmente la sessualità dal suo senso e il piacere sessuale dal suo contesto specifico (nella fattispecie da quell'atto coniugale caratterizzato da un significato procreativo e da un significato unitivo); come tale non può mai essere giustificata, nemmeno per un fine buono.
Perché un'azione sia buona, infatti, occorre che anche i mezzi siano buoni, o comunque non immorali, dal momento che il fine non giustifica i mezzi.Come precisa l’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede Donum Vitae (1987), “la masturbazione, mediante la quale viene normalmente procurato lo sperma, è un […] grave segno di tale dissociazione [fra i due significati dell’atto coniugale]; anche quando è posto in vista della procreazione, il gesto rimane privo del suo significato unitivo” (n. 6)
Esistono tuttavia tecniche di prelievo del seme eticamente accettabili anche in assenza dell'atto coniugale, come la MESA (Microsurgical Epididymal Sperm Aspiration, cfr. M.L. Di Pietro-E. Sgreccia, Procreazione assistita e fecondazione artificiale tra scienza, bioetica e diritto, La Scuola, Brescia 1999, p. 33). Questo metodo richiede l'anestesia generale del paziente e permette di recuperare spermatozoi che non hanno, però, completato il primo ciclo di maturazione (e ciò richiede un processo di capacitazione in laboratorio abbastanza elaborato).Si è tentato anche il metodo chiamato VIRICAR o elettroeiaculazione (cfr. E. Sgreccia, Manuale di bioetica, Vol. I, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp. 431-439) che stimolerebbe l'emissione del seme (con spermatozoi più maturi, dunque) senza provocare orgasmo, ma le cui possibilità di diffusione, a causa degli elevati costi e delle incertezze di applicazione, non sono alte. Un altro metodo moralmente lecito è il prelievo dello sperma nell’uretra dopo polluzione involontaria (cfr. ibidem), per quanto di difficile realizzazione.In realtà, il mancato perfezionamento di tali tecniche e la scarsa diffusione sono dovuti alla mentalità fondamentalmente edonistica, che non vede nella masturbazione un male, a maggior ragione quando avviene per scopi diagnostici o terapeutici. Rappresentando un sistema facile, economico e abbastanza efficace, il reperimento del seme tramite masturbazione è divenuto prassi ordinaria, spesso neppure messa in discussione. Eppure non si può nascondere che rappresenti anche psicologicamente, oltre che eticamente, un elemento di difficoltà per gli uomini, che talora rinunciano alla diagnosi proprio a causa dell’umiliazione e dello squallore che la fase di prelievo del seme comporta.
Va inoltre detto che tali indagini diagnostiche al di fuori – ma spesso anche all’interno – del matrimonio partono molte volte già con una scorretta idea di apertura alla vita, ed un conseguente orientamento chiaramente rivolto alla fecondazione artificiale.Per i coniugi – o comunque in presenza di “attività sessuale” – la raccolta del seme può avvenire in corrispondenza di un rapporto coniugale, attraverso la raccolta dello sperma nel fondo della vagina, nell’uretra in cui resta un residuo, nella vescica insieme con le urine (trattate con soluzione antiacida) in caso di eiaculazione retrograda (ibidem). Può altresì avvenire con l’utilizzo durante il rapporto di un preservativo perforato, al fine di trattenere parte del seme e tuttavia di non dare origine ad un atto contraccettivo (con condom perforato un eventuale concepimento naturale sarebbe possibile). Naturalmente si può usare anche un preservativo integro, o si può ricorrere al coito interrotto con successiva immediata raccolta del seme in capsula sterile, ma in questi casi si ha di nuovo un’azione moralmente illecita, di tipo contraccettivo, che scinde positivamente l’atto coniugale dal suo significato procreativo.

martedì 3 luglio 2007

GRANDI BAR TRIESTE

Il bar degl’angeli.
Bel bar nel centro storico di Servola con vista a 360° sulla Ferriera. Il posto è tranquillo ed appartato, pochi i turisti, e pochi anche i triestini che si avventurano per i ripidi pendii di quella che è stata la culla della cultura S’ciava a Trieste. Cameriere sui 60, con dai 15 ai 30 chili sovrappeso vi accolgono in sottovesti nere. La degustazione parte con una delle due miscele con cui questo bar ha conquistato proseliti in giro per il mondo, il nescaffè originale. Due cucchiani, con aggiunta di acqua bollente ne fanno uno dei migliori mai testati. A chi non piace l’aroma così intenso della Nestlè, vi è anche la scelta del Nescaffè decaffeinato. Alcune volte, dobiamo dirlo, il prodotto originale viene cambiato con delle imitazioni a basso costo, cosa che mi ha lasciato basito.La vera specialità del posto è la degustazione in terrazza, dove all’aroma inimitabile del nescaffè si unisce l’acre odore di idrocarburi e derivati che conferiscono all’assaggio l’aurea di esperienza inimitabile. A me viene sempre da pensare: Se Mel Gibson in Mad Max beve caffè allora deve essere questo.Il posto ha anche una discreta presenza di liquori da hard discount e di bottiglie di pregio, con una interessantissima mescita di vini Moldavi e Uzbeki.Non di rado nascono risse per i motivi più banali, solitamente per epiteti tipo s’ciavi de merda o Italiani Kuraz.Nell’insieme un gran bel posto.
Voti:
Ambiente 7
Odori 10
Caffè 9

Da Franco e Katy
Questo posto è sito vicino all’O P P, l’ex ospedale psichiatrico di Trieste. La capacità di vendere ogni genere di preparazione a base di caffè mi lascia ogni volta senza parole. Penso sia l’unico posto sulla faccia della terra in cui si può ordinare un intero pasto a base di caffè. Spaghetti al pomodoro con polvere di caffè, Lasagne alla bolognese con polvere di caffè, Sanguinaccio con polvere di caffè, Riso alla pescatora con polvere di caffè, Orata al cartoccio con polvere di caffè, Gelato al caffè con le vongole.E poi il caffè. E che caffè. Dovete sapere che i nonni di Franco e Katy sono stati i consiglieri personali di Mobutu, per chi non lo ricordasse ex dittatore sanguinario dello Zaire. Bene Mobutu regalò all’epoca ai nonni di Franco e Katy 400 ettari di piantagione di caffè, con annessi 45 schiavi a parametro zero. Bene, il caffè che si beve oggi, è lo stesso di una volta, unico caso di schiavismo vero ancora esistente al mondo. Parliamo di catene, fruste e sevizie, che rendono inimitabile l’aroma del caffè.Ogni primo venerdì del mese si organizzano degustaszioni in cui sono presenti i caporioni della destra fascista di Trieste. Durante questi incontri si procede all’ascolto dei lamenti dei poveri schiavi che rendono l’aroma del caffè ancora più profumato.Se volete un caffè come Dio comanda questo è il posto che fa per voi.
Voti:
Ambiente 9
Odori 6
Caffè 10

All’Arcangelo S’ciavo
Il bar è localizzato nel bel mezzo della zona serba di Trieste, vicino la Madonnina, da qui il nome del posto. Qui si viene per vari motivi. Le cameriere sono le più fighe di Trieste, roba da 90-60-90, e cambiano circa ogni settimana, cosa che ha destato più di un sospetto alla Polizia triestina. Il caffè non è poi così buono, ma la battaglia della birra balcanica è una di quelle esperienze che bisogna assolutamente fare almeno una volta nella vita.Si inizia su tre tavoli distinti. In uno i Croati, in uno i Serbi e nell’ultimo esuli istriani da 50 anni a Trieste. Di solito per ogni tavolo si siedono una decina di persone.Si inizia a bere e si va avanti per tre giorni di fila. Dopo le prime sei ore iniziano tipo Karaoke ad andare ad ogni tavolo inni nazionalisti del paese in questione. Si passa dai festeggiamenti per il massacro di Vukovar dei Serbi all’indirizzo dei Croati, per poi passare all’innalzamento delle foibe a virtù nazionale dei Croati rivolto agli italiani, per terminare con una versione triestina di Faccetta nera, rinominata Faccetta S’ciava, urlata a squarciagola dagli italiani.Per anni la manifestazione è stata sospesa, ora da un paio d’anni è di nuovo in auge e vero orgoglio delle tradizioni nazional popolari triestine.

Voti:
Ambiente 10
Odori 10
Caffè 5