martedì 8 ottobre 2013

GUIDA DEI RISTORANTI

GUIDA DEI RISTORANTI 
di Marco Todesco


PREMESSA E QUESTIONE DELL'ANONIMATO
Non è richiesto ad un critico d’arte il pagamento del biglietto di una mostra, non si chiede al critico cinematografico il pagamento del cinema, al giornalista sportivo l’entrata allo stadio è offerta gratuitamente e per rimanere in ambiti di settore, non si chiede alla guida dei vini di pagare il vino che degusta per le proprie valutazioni: i campioni vengono spediti gratuitamente. Così per la guida degli olii. Perché quindi la ristorazione è l’unico settore in cui per fare critica onesta bisogna dimostrare di aver pagato il conto?

Ciò è logicamente scorretto. Può esserci anonimato senza la necessità di pagare il conto, e può non esserci anonimato pur se questi conti si pagano. Nel momento in cui si è d’accordo con questa visione delle cose, e facendo un passo ulteriore dal punto di vista logico, occorre capire se per la buona fattura di una guida sia più importante l’anonimato, il pagamento dei conti o se siano necessarie entrambe le cose.

Con ogni ragionevole probabilità né una né l’altra sono particolarmente importanti per i ristoranti di livello alto e molto alto, mentre l’anonimato diventa strategico per tutti i ristoranti che hanno punteggi medi, bassi e per le osterie. Perché questo? I ristoranti con punteggi alti sono abituati a frequentare con assiduità eventi e manifestazioni. Sanno cosa succede nel mondo della critica e soprattutto conoscono chi questa critica la fa. In più in questa fascia di ristoranti, il lavoro svolto in cucina ed in sala è una macchina talmente rodata che non può prevedere il cambiamento improvviso. Anche se il cliente è riconosciuto, lo sforzo per cercare di modificare la routine del ristorante diventa inutile se non dannosa da parte dello chef, del ristoratore, del personale di sala.
Per lo stesso motivo, l’anonimato risulta più importante in tutti quei ristoranti di livello medio o medio basso. Qui la modifica per il “cliente speciale” diventa possibile e quindi se la persona che va a redigere la scheda fosse riconosciuta, il contenuto di tale scheda potrebbe essere alterato.
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PROBLEMI DELLA GUIDA
Parlando con chef sono facilmente individuabili i difetti di una guida dei ristoranti come la nostra:
- Difficoltà nel valutare ogni anno tutti i ristoranti presenti in guida
- Difficoltà nel testare più volte all’anno i ristoranti della guida
- Mancanza di professionismo dei collaboratori

In più aggiungiamo:
- Un anonimato che è molto più raccontato che reale
- Una correttezza morale difficile da provare

Tutti i punti appena elencati si possono riassumere in un unico grande problema, la mancanza di sufficienti denari per realizzare la guida perfetta. Una guida dove tutti i ristoranti sono testati, magari più volte e da persone diverse durante l'anno; una guida dove tutti i collaboratori hanno le loro schede retribuite (il professionismo di cui sopra) e sono rimborsati per la cifra che spendono.

Questione di spesa, dunque. Occorre considerare, in questo senso, che la spesa maggiore di una guida dei ristoranti sono i conti dei ristoranti stessi. Unico caso in cui si paga per dare un servizio: chi paga è chi compie il lavoro (l'editore della guida), non chi ne beneficia (il ristoratore segnalato).
Essere costretta a pagare i conti dei ristoranti, non permette all’azienda di compensare adeguatamente chi produce critica. Tutto l'investimento va a remunerare il ristoratore “scrutinato” e non il critico “scrutinante”. La conseguenza? Avere dei collaboratori che fanno questo lavoro solo per passione: in un mondo ultra professionistico come quello della ristorazione, questo è un non senso logico. E mette in difficoltà il processo redazionale, visto che non si può pretendere più di tanto da chi lavora senza retribuzione.
Se la guida dei ristoranti del Gambero Rosso potesse non pagare i conti ne avrebbe grossi benefici economici, a cui si aggiungerebbero anche benefici di immagine (sarebbe la prima guida a fare questo passo, risultando innovativa e subito imitata) e soprattutto miglioramenti tangibili sul risultato finale della guida, nell'interesse dunque dei lettori e dei ristoratori in ultima istanza.

PROPOSTA
Come fare? E soprattutto come fare senza perdere l'anonimato di cui tutti sembrano non poter fare a meno?

In occasione della presentazione della prossima guida, si comunica agli addetti ai lavori, all’opinione pubblica, all’informazione generalista, che dall'anno successivo i conti dei ristoranti, in occasione delle visite degli ispettori, saranno a carico dei ristoranti stessi.
Con il seguente meccanismo. Tutti quei ristoratori che volessero essere nella guida 2014 dovranno spedire un minimo di tre buoni firmati per due persone (via pdf, per comprimere al massimo le spese per i ristoratori). I buoni verranno gestiti dalla redazione della guida, verranno assegnati ciascuno ad un determinato ispettore che potrà così presentarli, restando anonimo, alla fine del pasto all'atto di pagare il conto (magari prima di far emettere ricevuta). Questo porterebbe ai seguenti benefici:
- Possibilità di testare più volte i ristoranti
- Il ristoratore saprebbe in tempo reale quando è avvenuta la visita e non potrebbe mai più lamentarsi di essere stato inserito in guida senza essere stato visitato
- Possibilità di crearsi una rete di ispettori remunerati (anche se poco) e quindi controllabili nello svolgimento del loro lavoro; più fidelizzati alla redazione; magari utilizzabili di più e meglio su sito, mensile e altre piattaforme. Possibilità insomma di far crescere una potenziale classe di ispettori-di-professione
- Notevole mossa in termini in comunicazione. Tutti parlerebbero di questa svolta epocale; certo non mancherebbero le critiche, ma, preparandosi, si potrebbero tranquillamente volgere in positivo
- Guadagno in termini di risultato complessivo, persone pagate vuol dire professionismo e professionalità, per cui lavoro migliore. E la cosa va in primis a vantaggio dei ristoratori
- Un guadagno in termini di onestà intellettuale: si pone il problema (fare una guida al massimo della serietà costa cifre insostenibili) e si dice chiaro e tondo come lo si vuole risolvere
- Si torna ad essere innovativi, opinion leader di riferimento

COSTO PER I RISTORANTI
E quindi ci rimettono solo i ristoratori? No: i ristoratori avranno un servizio migliore, utile, serio, autorevole. Da parte loro molto controllabile e valutabile. E lo pagheranno poco, molto poco. Quanto costerebbe loro tutta la rivoluzionaria operazione? Quasi niente. Ogni ristorante ha delle spese fisse e delle spese variabili. A guardar bene l’unica spesa variabile di un ristorante in funzione di un cliente in più è ciò che si mangia. In termini economici il costo marginale di un coperto in un ristorante è esclusivamente il food cost. Il food cost per un ristorante di alto e altissimo livello non è mai superiore al 25% del conto, e si abbassa con il crescere del conto stesso. La media dei food cost di tutti gli esercizi censiti in guida sta ben sotto al 20%. Ma stiamo pure sul limite massimo dell'ipotesi.
Al massimo della spesa, escludendo bottiglie di vino che non saranno ricomprese in alcun modo nel buono e che l'ispettore, eventualmente, pagherà a parte e di tasca sua, parliamo per un conto di 100 euro di (25 euro food cost * 2 persone) * 3 visite = 150 euro. E siamo nella fascia altissima che prevede che tutte e tre le visite vengano effettuate e che tutte e tre vengano effettuate da una coppia (sempre preferibile per provare più piatti e non dare nell'occhio) di persone e che ci si trovi in un ristorante 'da cento euro'. L'investimento medio che l'operazione richiede ai ristoratori dunque si colloca ben al di sotto degli 80 euro annui. Probabilmente l'operazione non comporterà il fallimento di nessun ristorante e potrà essere compensata, per ogni esercizio inserito in guida, con l'invio gratuito di tre copie della guida da tenere in sala.

VISION
Questa notevole innovazione con le sue conseguenti riduzioni dei costi e con i suoi relativi maggiori investimenti sulle risorse umane, gli ispettori, le professionalità e il prevedibile passaggio dalla carta alla app delle guide (se ne stamperanno sempre meno, se ne venderanno sempre di più -e a costo inferiore- su supporti digitali) con un ulteriore calo dei costi ed un aumento dei margini, potrà portare a tendere un settore storicamente in perdita (e quindi marginalizzato in periodi di difficoltà) a non perdere più soldi e, parallelamente, ad accrescere la propria autorevoleza.
In particolare in riferimento alle app ed alla loro importanza strategica nel mondo delle guide di ristoranti (non solo Gambero, ovviamente), risulta vieppiù strategico poter disporre di una rete di professionisti sempre pronti e sempre nelle condizioni di poter effettuare visite, con il fine ultimo di rilasciare più nuove versioni della guida durante l'anno e non una unica edizione che valga per 12 mesi pur risultando decisamente invecchiata dopo molti meno.


OBIEZIONI

Come sarebbe vissuto, in questo periodo storico con tutte le aziende della ristorazione in crisi, uno scarico di oneri (seppur minimi come abbiamo visto) da un editore ad un ristoratore?

Il Gambero Rosso è nell'attuale momento in grado, a livello di immagine e di autorevolezza, ad imporre una operazione simile? L'azienda è attualmente in grado di sopportare le critiche, rispondere con lucidità?

Come comportarsi con quei ristoratori che decideranno di non partecipare all'operazione e si rifiuteranno di inviare i buoni?

Come ci si orienterà con i nuovi ingressi in guida? Con le nuove aperture? Con i ristoranti che non sono negli indirizzari aziendali e che quindi non possono ricevere la richiesta di invio-buoni?